SOCIAL NETWORK E PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Opportunità e limiti
L’utilizzo dei social network e, in generale, degli strumenti di comunicazione digitale siano ormai da alcuni anni parte integrante dell’attività delle Pubbliche Amministrazioni e in questo momento di crisi globale legata all’emergenza Covid-19 si è assistito ad un forte incremento del loro utilizzo.
Indubbiamente la volontà è quella di mantenere vivo il rapporto con i cittadini e garantire loro la costante informazione delle scelte e delle strategie adottate, ma attenzione al corretto utilizzo attraverso l’adozione di una social media policy adeguata.
WhatsApp, Telegram, Twitter, YouTube, Facebook, Instagram (per citarne solo alcuni), sono quindi entrati a tutti gli effetti nella vita delle Pubbliche Amministrazioni che, mosse dalla logica della “multicanalità”, sono stati affiancati agli strumenti di comunicazione tradizionali (primo fra tutti, la pagina web istituzionale) al fine di diffondere informazioni, promuovere eventi ed iniziative, creare nuovi spazi di dialogo con i cittadini e nuovi canali per raccogliere opinioni e valutare il grado di soddisfazione circa le attività istituzionali svolte, garantendo la piena trasparenza dell’attività amministrativa in linea con quanto previsto dal D.Lgs. 33/2013.
COME PUÒ GESTIRE I SOCIAL UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE?
Ciò posto, è consigliabile per le Pubbliche Amministrazioni, consapevoli sia degli indubbi rischi connessi ad un uso non regolato dei social network, sia del fatto che questi, utilizzati come veri e propri strumenti di comunicazione politica, richiedano una gestione più strutturata e complessa rispetto agli strumenti di comunicazione tradizionali, definire una cd. “social media policy”, sia interna che esterna, consistente in un vero e proprio “codice di comportamento”.
TRASPARENZA: L’IMPORTANZA DELLA SOCIAL MEDIA POLICY
Social media policy interna
Dal momento in cui un Ente Pubblico decida di iscriversi ad un canale social, concludendo a tutti gli effetti un contratto, seppur ad oggetto informatico (cd. contratto di social networking), è infatti opportuno che si appresti a redigere un documento volto a individuare le linee guida caratterizzanti il rapporto tra sè e i social media, al fine di fornire agli operatori le indicazioni necessarie ad assicurare una corretta “presenza social” dell’Amministrazione nel suo complesso (social media policy interna).
Pertanto, dal momento che la caratteristica principale dei Social Media è quella di consentire un’interazione con i cittadini, che non si limiti alla fruizione passiva dei contenuti pubblicati, ma che preveda una partecipazione popolare attiva (avviando discussioni e scambi di opinioni), risulta consigliabile per la Pubblica Amministrazione procedere alla stesura di una social media policy interna nella quale esplicitare quali sono le condotte consentite e quali comportamenti possono, invece, determinare l’eliminazione del commento/contenuto ed eventualmente la segnalazione all’autorità giudiziaria competente (a titolo meramente esemplificativo commenti offensivi o osceni, contenuti illegali o individuabili come spam).
Social media policy esterna
Alla social media policy interna, potrà, inoltre, essere affiancato un secondo documento (social media policy esterna), che illustri agli utenti le regole di comportamento da tenere negli spazi di presidio dell’Ente e indichi a quali contenuti e a quali modalità di relazione ci si debba attenere nei predetti spazi. Tale documento, dovrà essere prontamente portato a conoscenza dei cittadini/utenti, attraverso pubblicazione, che potrà anche essere unica per tutti i social network utilizzati.
Si ricorda che sebbene la redazione di tale documentazione non sia obbligatoria, la sua adozione risulta comunque altamente consigliabile, al fine di consentire una corretta gestione del profilo dell’Ente sui social network, riducendo il rischio di contenziosi e malintesi, soprattutto nel rapporto con i cittadini.