Cose la ricognizione straordinaria del patrimonio pubblico

Cos’è la ricognizione straordinaria del patrimonio pubblico?

Il momento di emergenza che stiamo vivendo sta chiedendo al mondo della Pubblica Amministrazione di mettere sul piatto le ricchezze patrimoniali e di sviluppare una strategia che raccolga le criticità e le trasformi in opportunità.

Mettere sul piatto le proprie ricchezze significa conoscerle, da un punto di vista tecnico, economico, giuridico e soprattutto creativo.

Proprio per acquisire tale consapevolezza è possibile effettuare una ricognizione del patrimonio pubblico.

Cosa significa fare una ricognizione straordinaria del patrimonio pubblico?

La ricognizione di un certo patrimonio implica la ricerca e la raccolta di dati legati ai beni della proprietà.

Nello specifico si tratta del recupero di informazioni:

  • di tipo progettuale, ovvero documentazione relativa all’accatastamento, all’agibilità, alle variazioni progettuali e normative del contesto territoriale;
  • di tipo giuridico, cioè convenzioni, contratti di locazioni e concessioni legate all’utilizzo;
  • di tipo economico, quindi i costi connessi all’utilizzo del bene e i ricavi provenienti dall’utilizzo.

In questo modo si crea una banca dati del patrimonio pubblico che consente di avere la padronanza del contesto in cui si opera e la possibilità di ideare una gestione migliore, integrata e fruttifera, sia da un punto di vista economico che sociale.

La raccolta delle informazioni deve essere svolta, infatti, nell’ottica di massimizzare, in modo diretto o indiretto, il beneficio sociale.

Quindi guardare, in fase di valorizzazione e misurazione, al ritorno per la comunità associato al processo stesso di valorizzazione.

L’analisi delle informazioni raccolte, invece, dovrà avere l’obiettivo di esplorare il campo delle possibili alternative di funzionalizzazione e valorizzazione associate ai singoli cespiti.

Dunque sarà necessario lavorare lungo un percorso che va dalla alienazione, alla impostazione di un progetto di riutilizzo a regia pubblica, passando per la definizione di modalità specifiche di partnership pubblico-privato.

Perché effettuare la ricognizione del patrimonio pubblico?

Scopo di questa complessa attività è quella di trasformare gli edifici da voci di costo a centri potenzialmente redditizi.

In tale ottica, procedere con una ricognizione del patrimonio ha diversi vantaggi:

  • permettere all’ente di sviluppare un progetto strategico di medio e lungo termine per una efficace valorizzazione del patrimonio nel suo insieme;
  • avere una visione del quadro generale patrimoniale che aiuti nella valutazione, con un approccio olistico, dello “stato di salute globale”;
  • orientare in modo adeguato alla situazione specifica le varie azioni correttive da intraprendere, affinché siano attuate in sinergia, evitando conflitti e sovrapposizioni.

Ricognizione del patrimonio e normativa

Le modifiche al sistema contabile apportate dal D.Lgs. 118 del 2011 hanno sostanzialmente rivoluzionato la contabilità degli enti, affiancando il sistema economico patrimoniale alla consolidata contabilità finanziaria.

Questa disposizione, di fatto, spinge gli enti a individuare e valorizzare il proprio patrimonio al fine di una migliore gestione.

La norma dispone la revisione straordinaria dell’intervento dei beni mobili e immobili.

Ovvero prevede una rilevazione fisica dei beni dell’ente e la riclassificazione delle singole voci dell’inventario, secondo il piano dei conti patrimoniale.

Tale passaggio doveva essere effettuato entro due anni dall’entrata in vigore del suddetto decreto.

A oggi, è ancora possibile, per le amministrazioni che non si sono ancora adeguate a quanto disposto dal legislatore nel 2011, conformarsi alle indicazioni suggerite dalla norma.

Le informazioni raccolte nel corso dell’attività di ricognizione, oltre a essere necessaria per sviluppare la revisione straordinaria dell’inventario, forniscono un vero e proprio strumento di funzionalizzazione e valorizzazione dei beni.

Un beneficio davvero prezioso per qualsiasi amministratore, nell’ottica della definizione di strategie di sviluppo territoriale nell’ambito di eventuali interventi di rigenerazione urbana.

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